Al di là di ogni considerazione storica e stilistica, il Castello di Pandino descrive, con la sua stessa forma, una ricerca di ordine e regolarità. Un ricerca che presuppone la geometria ed il disegno come strumenti ordinatori della forma architettonica e per questo garanti di bellezza e solidità.
Il problema è qui quello di dare forma ad un luogo che ha di fatto le qualità per tornare a essere un punto di incontro della comunità e allo stesso tempo un elemento urbano in grado di attrarre flussi dall’esterno. La scelta delle funzioni da insediare è stata orientata da questo nostro punto di vista e quindi dalla volontà di valorizzare il luogo e le sue peculiarità non di cambiarlo ma piuttosto con l’intento di perfezionarlo, al fine di consentire il pieno sviluppo di potenzialità già in qualche misura sottintese dalla mole e dalla permanenza di questo importante manufatto.
Per questa ragione, per riportare in vita il monumento ed i suoi spazi, particolare attenzione è stata rivolta alla riorganizzazione dell’arena mediante spazi versatili capaci di ospitare manifestazioni culturali e ricreative preesistenti ed al fine di incentivarne di nuove: per dare al Castello una nuova centralità non solo nel processo di rinnovamento della città ma di fatto nella vita civica che di essa è la ragion d’essere.
L’utilizzo museale impegna il piano terra e il primo piano dell’ala est del Castello,la meglio conservata.
The castle of Pandino is an example of order and geometrical regularity. The project starts from these concepts to restore it like a community center and at the same time like an important urban architecture able to attract tourism from abroad. The project aims to give a new centrality to the castle, also by the recovery of its surrounding open spaces. Within the castle’s rooms will be hosted a permanent exibition of the works of a local eclectic artist called Marius Stroppa. In the outside it was planned urban fabric for the city.